“Schede elettorali in Braille per il voto dei ciechi?” – Come eliminare la discriminazione per i non vedenti

Il muro della discriminazione verso i disabili continua ad essere invalicabile..

La citazione di San Tommaso, “Chi non vede non crede”nel secondo millennio si concretizza. Dare la possibilità ai non vedenti di votare con le proprie mani e non con quelle di un’altra persona che, a causa della cecità, è costretta delegare in quanto le schede elettorali in tutto il mondo non sono state ancora scritte in Braille. In un mondo civile, dove si tenta di abbattere la discriminazione sociale tra i popoli, l’ignoranza, la cultura, i testi scolastici, i libri, sono stati tradotti nel linguaggio per i ciechi, mentre la libertà di voto e la politica, deve ancora essere sottomessa quasi ad una legge arcaica e retrò come se il tempo non facesse parte dell’evoluzione dell’essere umano. Nel mondo viene celebrata, la ricorrenza della “giornata della vista “, in Italia ci sono 350 mila persone cieche, che non devono essere trattate come disabili solo perché non “vedono. I ciechi hanno una loro dignità personale, cultura politica, che vogliono esprimere direttamente senza dover essere visti da altri. Poiché per la legge si ha la libertà di voto, ed il voto è segreto, con forza assecondiamo la loro voce, adoperiamoci poiché nel nostro paese possa essere votato questo “ nuovo “emendamento”,  ricordandoci che persone “ diversamente abili”, hanno un cuore, dei sentimenti personali come tutti gli esseri umani dell’ Universo che devono essere ascoltati ed esauditi.

Rita De Angelis

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